Commento di Ludmila Seifert sull’inventario cantonale degli oggetti degni di protezione
//riceviamo e pubblichiamo\\
Traduzione di Davide Fogliada.
“Nella sua ultima sessione, il Parlamento grigione ha raggiunto un risultato memorabile: Con 82 voti contro 28, ha approvato una risoluzione del Gran Consigliere Reto Crameri che obbliga il governo a rivedere l’inventario degli oggetti degni di protezione. Ci si strofina gli occhi, chiedendosi se i membri del Gran Consiglio che hanno approvato la mozione, conoscano il contenuto di quest’ultima. Il signor Crameri si preoccupa del fatto che il Servizio monumenti dei Grigioni rediga un inventario degli oggetti degni di protezione – anche se ciò è richiesto dalla legge. Egli critica i criteri di selezione – anche se questi sono stabiliti dalla legge. E sostiene che la redazione di un inventario di un oggetto ha conseguenze enormi per i proprietari terrieri interessati – anche se l’inventario cantonale, in quanto specialità grigionese, per così dire, non ha altro effetto per legge se non quello puramente interno all’Ufficio. Cosa dovrebbe fare il governo? Spendere i soldi delle tasse per indagini che non sono rilevanti?
Talvolta ci si dimentica che la protezione delle testimonianze materiali del passato in Svizzera – e anche nei Grigioni – gode di uno status costituzionale. La conservazione dei monumenti storici non è un’ossessione privata di pochi idealisti ultraterreni, ma un mandato pubblico che la società si è data. L’art. 81 della Costituzione grigione stabilisce che il Cantone e i Comuni adottano misure “per la conservazione e la protezione dei paesaggi, dei siti storici e dei beni culturali di valore”. La conservazione dei monumenti storici non riguarda solo le chiese, i castelli e i palazzi, ma anche i paesaggi urbani, i complessi e i singoli edifici di ogni tipo, dalle stalle ai castelli, dai capitelli votivi alle cattedrali. Naturalmente non tutti i paesaggi, non tutti i complessi, non tutti i singoli edifici sono degni di protezione. Qui è necessario differenziare. Ed è in questo contesto che va visto l’inventario.
Un inventario non è altro che un rilevamento temporale. Una panoramica di ciò che (ancora) esiste. Niente di più che una selezione di quegli oggetti che sono degni di essere conservati – e che potrebbero (ancora) essere salvati. Gli inventari non sono fatti secondo i sentimenti soggettivi degli individui, ma sulla base di criteri scientifici – questo rende la selezione comprensibile. Come veri e propri cataloghi tematici, gli inventari sono compilati da esperti che, attraverso la loro formazione, hanno le competenze necessarie per svolgere questo compito. Sono loro a determinare se un oggetto soddisfa o meno i criteri definiti. In linea di principio, non si tratta di una questione politica, ma oggettivamente tecnica.
Essendo incluso nell’inventario cantonale, un oggetto non è automaticamente protetto. La protezione giuridicamente vincolante di un oggetto inventariato avviene nell’ambito delle procedure di pianificazione del comune – e quindi è in ultima analisi soggetta a un processo democratico.
Quest’anno il nostro Servizio monumenti dei Grigioni festeggia un compleanno importante, il sessantesimo, per la precisione. Questo anniversario avrebbe potuto essere onorato – invece di fare un semplice polverone per silurare un lavoro che si era deciso in comune di svolgere”.
La storica dell’arte Ludmila Seifert è direttrice dell’Heimatschutz grigione dal 2010.
Traduzione di Davide Fogliada.
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