Bondo, nessun responsabile
Il ricorso dei famigliari delle vittime della frana del Pizzo Cengalo è stato respinto dai giudici cantonali.
La frana del Pizzo Cengalo non era prevedibile e non c’è alcun responsabile penale per la morte degli otto escursionisti travolti nell’agosto del 2017 in Val Bondasca quando dalla montagna si staccarono tre milioni di metri cubi di roccia. Lo ha stabilito il Tribunale cantonale grigionese respingendo il ricorso dei famigliari delle vittime contro il decreto di abbandono emesso lo scorso anno dalla procura pubblica retica che non aveva ravvisato alcuna negligenza da parte delle autorità.
I giudici hanno confermato le conclusioni del ministero pubblico. La sentenza non però ancora definitiva e probabilmente sarà impugnata al Tribunale federale di Losanna che potrebbe così essere chiamato ad occuparsi della più grande frana scesa negli ultimi secoli in Svizzera.
Secondo il patrocinatore dei parenti delle vittime di nazionalità svizzera, tedesca ed austriaca, i rilevamenti svolti due settimane prima della tragedia avvenuta il 23 agosto di due anni fa avevano fatto emergere che i movimenti della massa rocciosa instabile erano aumentati in modo considerevole. Ciò che, secondo l’avvocato, avrebbe dovuto indurre a prendere altre misure di sicurezza.
Ma la sua tesi è stata respinta anche dai giudici cantonali.
Sollevata per la decisione del Tribunale cantonale retico è la sindaca di Bondo Anna Giacometti che però averte: “Alle famiglie delle vittime rimane aperta, per 30 giorni, la via del ricorso al Tribunale federale.”
Fonte: Diem/ATS
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